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Raduno federale FIV ad Andora

Si è svolto ad Andora, nei 2 giorni anticedenti la regata nazionale, il raduno FIV con il tecnico federale Filippo Maretti. Durante i due giorni di allenamento sono statie analizzate le seguenti tematiche, tipi di vento, partenze, strategia e tattica di regata.

Tipi di vento

Vento progressivo.

Intensità stabile e direzione variabile sempre nello stesso senso (orario o antiorario).

Con un vento progressivo si va alla destra del campo se il vento ruota a destra, si va a sinistra se il vento ruota a sinistra. La strategia migliore è quella di arrivare alla boa di bolina in due soli bordi con una virata.

Vento stabile.

Intensità e direzioni stabili o con piccoli scarti dal valore medio.

La strategia giusta, non essendo favorito un lato del percorso, è quella di navigare sempre liberi. Si cercherà di ridurre al minimo le virate, le quali costano sempre qualcosa in termini di velocità, e si studierà con cura l’approccio alla lay-line per evitare di arrivare coperti da un treno di barche.

Vento instabile.

Intensità e direzione che si scostano grandemente dal valore medio.

In genere le condizioni di instabilità sono accompagnate da venti deboli; in questo caso bisogna evitare di seguire tutte le oscillazioni del vento (un buon tattico riesce a stabilire qual è l’ampiezza minima delle oscillazioni per poterle sfruttare) e concentrarsi sulla ricerca delle pressioni.

 

 

Vento Pulsante (o a raffiche).

Intensità molto variabile e direzione pressoché stabile.

In questo caso è importante navigare sulle zone di maggior pressione del vento. Serve una ottima capacità di lettura del campo, per riuscire ad associare alle variazioni del colore e della increspatura dell’acqua, le variazioni d’intensità del vento.

 

 

 

 

Vento oscillante.

Intensità costante e direzione variabile.

Quando il vento è a destra della direzione media, si naviga mure a dritta, quando il vento è a sinistra della direzione media si naviga mure a sinistra.

 


Partenza

 

La prima fase è conoscere l’estremo favorevole della linea; la soluzione più pratica consiste nello stabilire una direzione del vento per la quale la linea è neutra (line wind: LWD) e questo lo si può fare semplicemente navigando da un estremo della linea all’altro e sommando o sottraendo alla prua bussola (se navigo da destra verso sinistra somma, da sinistra verso destra sottraggo) 90°.

 

 Mi scriverò questo dato e mi sarà sufficiente confrontarlo in qualsiasi momento con la direzione del vento reale per stabilire se è favorita la destra (TWD>LWD) o la sinistra (TWD<LWD).

 

E’ importante rimanere concentrati sulla posizione dei due estremi per cogliere immediatamente eventuali spostamenti dell’ultimo minuto (specialmente se per la gestione della partenza mi affido a software di navigazione quali deckman ecc..), soprattutto se al posto della boa si posiziona un’imbarcazione che funge da contro starter; gli spostamenti divengono più probabili.

 

 

Appena possibile fare degli allineamenti barca-boa e viceversa per permettere di prendersi dei riferimenti a terra. Sulla boa di partenza andare a vedere la corrente per capire se ci spinge fuori dalla linea o meno; questo varia molto le tempistiche della partenza.

 

Se la boa di bolina è posizionata rilevare i gradi bussola del primo lato.

 

 

 Ora, nella stragrande maggioranza dei casi, il tattico prediligerà la partenza dall’estremo più favorevole, ma ci sono dei fattori che possono far sì che non sia questa la soluzione migliore. Essi sono:

• la distribuzione della pressione del vento sul campo

• l’evoluzione prevista del vento (e della corrente)

• la posizione della prima boa

• la nostra posizione in classifica

• la capacità del timoniere

• la velocità della barca.

 

 

E’ ovvio che se la mia strategia mi indica di andare a navigare nella parte destra del campo, non sceglierò la partenza in boa, almeno che non sia sicuro di trarne un vantaggio tale da permettermi di virare immediatamente e passare in prua a tutta la flotta e che abbia precedentemente valutato che il vantaggio, a questo punto regalato, della lunghezza della linea sul lato destro favorevole, non possa ribaltare la situazione.

 

 

E’ altresì vero che l’estremo favorevole della linea sarà quello più affollato e che presenterà, quindi, maggiori difficoltà per ottenere una partenza pulita, cosa da mettere in stretta relazione con l’abilità del nostro timoniere e con le performance della barca.

 

 

Una regola generale, che vale indipendentemente dall’estremo scelto, è quella di non avere troppo vicino sottovento un concorrente che ci infastidisce e ci impedisce di rilanciare la barca e di non avere sopravvento una barca più veloce che in breve ci coprirà costringendoci a virare. In partenze con più classi contemporaneamente, le barche più lente dovranno per forza evitare la zona di partenza scelta dalla flotta più veloce.

 

 

Concentrarsi, in questo caso, sulla strategia di bolina e cercare un posto in partenza che ci permetta di attuarla prima possibile. Vedremo più avanti quali sono le tecniche per posizionarsi sulla linea di partenza. A livello strategico evitare di partire isolati; se penso sia favorita la sinistra e tutti si concentrano nella metà verso destra, è meglio chiudere sul gruppo e partire immediatamente sottovento ad esso che lanciarsi da soli in boa. In caso di indecisione tenere d’occhio i migliori. Se la regata fa parte di una serie, controllare i diretti avversari in classifica.

Primo lato di bolina.

 

Analizziamo dapprima la strategia in funzione del vento, tralasciando per il momento la corrente.

Strategia con vento progressivo.

 

La teoria in questo caso è molto semplice e si basa su considerazioni puramente geometriche facilmente dimostrabili. Se il vento ruota progressivamente verso destra, la strategia migliore consiste nel portarsi inizialmente sulla destra del campo, prendere lo ‘scarso’, e poi virare per arrivare alla prima boa con un ‘buono’.

 

Per questa dimostrazione, personalmente, preferisco ragionare in termine di lay-line. Come noto, la layline è quella linea immaginaria che passa per la nostra destinazione (boa, scoglio, meda, barca, secca, ecc…), con un angolo rispetto l’asse del vento, pari all’angolo di bolina della nostra imbarcazione in quelle particolari condizioni di mare e di vento (e di corrente). Quando la nostra rotta interseca la lay-line, dobbiamo virare per raggiungere la nostra destinazione

 figura 1

 

Vediamo di dimostrare la nostra affermazione precedente introducendo un salto di vento sulla destra di circa 10°

figura 2

 

Prima che intervenga il salto di vento la barca che naviga con le mure a sinistra ha raggiunto il punto A sulla destra del campo; se la barca fosse partita nella medesima posizione ed avesse navigato con le mure a dritta si troverebbe nel medesimo istante nella posizione A’.

 

Dopo il salto di vento, le due lay-lines ruotano, mantenendo costante l’angolo α con l’asse del vento, con la conseguenza che mentre la lay-line di destra si avvicina alla nostra barca, la lay-line di sinistra si allontana.

 

Arrivata al punto B, la barca che ha scelto la destra si trova sulla lay-line e vira. La barca che ha scelto la sinistra si trova ora nel punto B’. Quando essa giunge sulla lay-line di sinistra, punto C, vira; a questo punto l’altra barca si trova in C’. Puntiamo il compasso in B’ e apriamolo fino al punto C; riportiamo questa misura sulla lay-line di destra ottenendo il punto C’ come mostrato in figura 2.

 

Se riportiamo la distanza C’M che separa la barca di destra dalla boa, sulla rotta della barca a sinistra, sempre usando il compasso con il metodo visto prima, otteniamo il punto M’. La distanza M’M, rappresenta il vantaggio che la barca di destra ha nei confronti della barca di sinistra, quando si appresta a girare la boa di bolina. La stessa dimostrazione vale anche nel caso in cui la rotazione del vento è graduale e non istantanea come nel caso analizzato (il quale peraltro non è affatto raro a presentarsi).

 

La difficoltà maggiore, in questo caso, sta nel determinare con precisione la lay-line, dal momento che essa continuerà a ruotare con il vento e perciò sarà premura del tattico prendersi un certo anticipo per evitare di finire in spalla alla boa, espressione che in gergo si usa per dire che si è finiti sopra alla lay-line.

 

Per questa valutazione serve molta esperienza, conoscenza degli angoli della barca, riferimenti a terra e una buona bussola da rilevamento. Quindi la regola da enunciare è la seguente: con un vento progressivo si va alla destra del campo se il vento ruota a destra, si va a sinistra se il vento ruota a sinistra.

 

La strategia migliore è quella di arrivare alla boa di bolina in due soli bordi con una virata. C’è un unico caso in cui con vento progressivo si potrebbe preferire di navigare da subito prendendosi il buono e cioè se si prevede che la rotazione del vento possa portarci direttamente in boa senza bisogno di virate. Ecco che torna l’importanza di una buona previsione meteorologica o conoscenza di fattori che influenzano il vento in quel particolare campo di regata.

Strategia con vento oscillante.

In questo caso non si tratta più di cercare il grosso guadagno spingendosi da un lato del percorso, ma piuttosto di sfruttare ogni oscillazione per guadagnare un po’ di acqua sugli avversari.

 

La cosa più importante è riuscire a stabilire un valore medio del vento, attorno al quale avvengono le oscillazioni, che chiamiamo Wm. 10 (figura 3)

figura 3

 

Questo è ottenibile in più modi: su barche dotate di strumentazione del vento, si registrano i dati della TWD (true wind direction) o su un notes oppure a memoria e si determina il valore medio facendo la semi-differenza tra il valore massimo e quello minimo e quindi sommandola a quest’ultimo.

 

Se non disponiamo di questo dato, ad esempio su una deriva, faremo riferimento alla bussola, ragionando in termini di rotta. Con un esempio risulta facilissimo; se navigando prima della partenza registriamo oscillazioni della TWD tra 210° e 190°, dividiamo a metà la differenza (210-190=20 ; 20/2=10) e la sommiamo al valore più piccolo ottenendo una direzione media del vento di 200° (Wm=190+10=200°). Rifacendosi all’esempio delle lay-lines, avremo un’oscillazione delle medesime attorno al valore medio del vento, con uno scarto di +/-10° (vedi figura 3.).

 

Al contrario di prima, si deve sempre navigare nel lato verso il quale la layline è sopra al suo valore medio, cioè andare a destra se il vento è più a sinistra di Wm, a sinistra se il vento è più a destra di Wm, in questo modo ci si trova sempre sul bordo in avvicinamento.

 

Attenzione!!! non bisogna virare subito appena il vento inverte la sua tendenza, cioè non appena si nota un rifiuto sulle vele, bensì aspettare che oltrepassi il valore Wm.

 

Ricapitolando, quando il vento è a destra della direzione media, si naviga mure a dritta, quando il vento è a sinistra della direzione media si naviga mure a sinistra. 11 Si può dare un’altra dimostrazione di questa regola, tirando in ballo la VMC (Velocity Made good in the direction of the Corse), ovvero la velocità della barca nella direzione della boa, da non confondere con la VMG (Velocity Made Good) che è la velocità della barca nella direzione del vento.

Figura 4

 

Come si evince dalla figura 4, proiettando il vettore velocità della barca V, sulla congiungente tra la nostra posizione e la boa (in questo caso siamo alla partenza ma si può provare che le cose vanno allo stesso modo se rimaniamo nella zona centrale del campo), la VMC risulta maggiore navigando mure a sinistra per una rotazione a sinistra del vento (vettore rosso).

 

Viceversa, con una rotazione a destra del valore medio (vettore blu), la VMC è maggiore navigando mure a dritta. Il pareggio si ha appunto quando il vento soffia dalla sua direzione media Wm. Durante la regata non bisogna smettere di osservare le rotte sui due bordi o la TWD, se abbiamo lo strumento del vento, per convalidare od al limite aggiornare il vento medio Wm.

 

Bisogna restare relativamente centrati fino all’ultimo terzo della bolina virando sugli scarsi; a quel punto si deciderà quale lay-line conviene in base alla fase ed alla durata delle oscillazioni, per terminare la bolina sul bordo buono. In questo caso si dovrà ragionare come se navigassimo con un vento progressivo e cioè , avvicinarsi alla lay-line su uno scarso per arrivare in boa navigando su un buono. Sta alle capacità del tattico decidere quando è il momento giusto per cambiare strategia.

Strategia con vento pulsante (o a raffiche).

In questo caso è importante navigare sulle zone di maggior pressione del vento. Serve una ottima capacità di lettura del campo, per riuscire ad 12 associare alle variazioni del colore e della increspatura dell’acqua, le variazioni d’intensità del vento. Il tattico dovrà farsi aiutare dall’equipaggio in questo continuo monitoraggio dello specchio d’acqua e potrà sfruttare anche le indicazioni provenienti dalle barche che lo precedono. 

Strategia con vento instabile.

In genere le condizioni di instabilità sono accompagnate da venti deboli; in questo caso bisogna evitare di seguire tutte le oscillazioni del vento (un buon tattico riesce a stabilire qual è l’ampiezza minima delle oscillazioni per poterle sfruttare) e concentrarsi sulla ricerca delle pressioni.

 

Strategia con vento stabile.

La strategia giusta, non essendo favorito un lato del percorso, è quella di navigare sempre liberi. Si cercherà di ridurre al minimo le virate, le quali costano sempre qualcosa in termini di velocità, e si studierà con cura l’approccio alla lay-line per evitare di arrivare coperti da un treno di barche.

 

La strategia con vento stabile è molto più complicata di quello che sarebbe logico pensare, in quanto, in caso di cattiva partenza o scarsa velocità della barca, non esistono opzioni che ci permettano di recuperare. Bisogna gestire al meglio i giri di boa, navigare fuori dai rifiuti delle altre barche e aspettare che siano gli altri a fare qualche mossa sbagliata.

 

Primo lato di poppa.

 

Già prima di doppiare la boa di bolina il tattico deve avere una precisa strategia per il lato in poppa ed è importante che la comunichi al resto dell’equipaggio, in modo che tutti siano pronti ad eseguire le manovre che verranno chiamate al momento opportuno. Anche in questo caso la strategia sarà funzione delle condizioni del vento. 

 

Strategia in poppa con vento progressivo.

In questo caso la regola si rovescia rispetto a quanto enunciato per l’andatura di bolina. Con una rotazione persistente del vento a destra si naviga sul lato sinistro del campo (ricordiamo che per definizione la sinistra o la destra del campo si identificano sempre guardando nella direzione del vento e cioè dalla linea di partenza verso la boa di bolina); con una rotazione persistente del vento sulla sinistra si naviga sulla destra del campo.

 

La discesa ideale con il vento in poppa si effettua, dunque, in due bordi con una sola strambata. Ancor più che di bolina bisogna stare attenti al calcolo delle lay-lines, e cioè non aspettare di strambare quando si ha la boa nel mirino, perchè un ulteriore rotazione ci porterà sicuramente sopra alla lay-line.

 

Arriveremo, sì, in boa più strallati e quindi veloci, ma avremo fatto troppa strada in più e quindi in generale accuseremo una perdita. (Il lettore può esercitarsi a dare una dimostrazione geometrica di questa regola analogamente a quanto visto in figura1 per la bolina).

 

Strategia in poppa con vento oscillante.

Con un vento oscillante la migliore strategia in poppa è quella di seguire le oscillazioni navigando sempre sugli scarsi e strambando ad ogni oscillazione del vento non appena questo passa per il valore Wm intermedio, che abbiamo avuto tutto il tempo di verificare durante la bolina precedente.

 

Di nuovo la raccomandazione è di non strambare immediatamente al primo accenno di un buono sulle vele, ma attendere che la rotazione abbia superato il valore Wm. Ricapitolando: quando il vento è più a destra del suo valore medio Wm, stramberemo per portarci verso la destra del campo, navigando con le mure a sinistra su uno scarso; quando il vento è più a sinistra del suo valore medio Wm, stramberemo per navigare verso la sinistra del campo, con le mure a dritta, seguendo lo scarso.

 

Nuovamente osserviamo che avviene l’esatto contrario che di bolina. Infatti, nel lato in poppa è uno scarso del vento, cioè una sua rotazione verso prua, che fa convergere la nostra rotta verso la boa, mentre di bolina era un buono a farci avvicinare più velocemente alla boa (confrontare la figura 3 con la figura 5)

(figura 5)

 

Se non disponiamo di una stazione del vento e quindi dell’indicazione della TWD, non possiamo ragionare in termini di vento medio ma di rotta media e fare riferimento alla bussola. Ci servirà un po’ di tempo, dopo aver iniziato il lato in poppa, per avere dei riferimenti precisi.

 

Attenzione, inoltre, a non confondere un rinforzo del vento con un buono e un calo di pressione con uno scarso. E’ un errore frequente per un tattico  inesperto e vedremo più avanti, nella sezione tattica, come evitare di cadere in questo tranello.

 

Strategia in poppa con vento pulsante.

Si devono cercare le zone più rafficate del campo facendo tesoro anche di quanto accaduto nella bolina.

 

Strategia in poppa con vento instabile.

Non esistono regole precise. E’ la situazione ideale per tentare i grossi recuperi, sfruttando il fatto che in poppa è la barca dietro quella che può attaccare. Il tattico della barca che insegue ha il vantaggio di vedere quello che succede davanti e perciò può decidere di aggirare una zona del campo che non si sta rivelando favorevole, o di portarsi verso quella che sembra stia dando un guadagno.

 

Se ci si trova davanti bisogna cercare di guardare dietro ed in lontananza dove si trovano le pressioni e con quali angoli arrivano; valutare qual è la parte della flotta che sta navigando meglio e cercare di chiudere su di essa.

 

Evitare di farsi prendere dal panico se la flotta da dietro si avvicina (è normale perché prende prima le raffiche) e scegliere il centro del campo per essere pronti a difendersi da entrambi i lati.

 

Strategia in poppa con vento stabile.

La strategia migliore consiste nel navigare liberi da coperture avversarie, cercando di ottenere il massimo dalla propria imbarcazione. Limitare le strambate e scegliere la lay-line più comoda per la manovra in boa. Non essendoci un lato favorito dal vento l’unica variabile potrebbero essere le onde; soprattutto con barche leggere e plananti cercare di sfruttare al massimo la discesa sull’onda.




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